Sezione2 - EntitaSommerse

Quel pomeriggio tra sue tiepide braccia, il sole malinconico si stringeva quasi a ripararsi dalle nuvole che iniziavano con incedere costante ad invadere il cielo. E poi subito era venuta giù qualche goccia a bagnare i prati, mattonelle onnipresenti di quel mondo dal colore verde. In giro sempre meno gente indossava vestiti smanicati prediligendo un abbigliamento più autunnale, sicché giubbotti e impermeabili erano iniziati a comparire già da qualche giorno nelle vetrine delle vie del centro, di mille colori, per tutti i gusti. Era sempre da quelle parti che si potevano incontrare artisti di strada d'ogni genere e tecnica, con la sensazione per chi passava da lì, di esser parte di una grande festa. Rientrando dal ristorante dove aveva trovato lavoro come cameriere, così talvolta lasciandosi stimolare dall'arte dei più intraprendenti, giocava a mischiarsi alle loro vite o di quelle del pubblico di ogni età e cultura che riempiva quelle strade. Dal cuore della città, lasciandosi il frastuono alle spalle si dirigeva dunque verso casa, dove anche le abitazioni iniziavano a diradarsi e l'attrazione principale era un take-away. Da quel piccolo locale aveva visto centinaia di persone entrare e uscire addentando pizze fumanti. Quel posto andava forte. 
La sera specialmente c'era anche chi, spingendosi fino a laggiù, trascorreva le ultime ore prima del calare del sole, bevendo una o più pinte di birra o semplicemente incontrando qualche amico. A volte vestendo jeans, altre volte ancora incravattati dopo il lavoro, in molti arrivavano in bici tramite una pista ciclabile capace di portare ovunque. Da quelle parti infatti, era comune la scelta di utilizzare le due ruote per spostarsi, specialmente per i tanti come lui che giornalmente viaggiavano verso la città. Quello che aveva trovato era un impiego temporaneo, niente di che, ma tra l'affitto e il viaggio, il suo conto già sofferente era finito per prosciugarsi. Da allora aveva smesso di scrivere o comunque di tentare di farlo, per mancanza di tempo, come gli era capitato di sottolineare parlando del proprio passato. Immerso in quella nuova esistenza, parte delle abitudini erano andate perdute creando nuove necessità, tra cui inevitabilmente quella di reinventarsi. Negli ultimi tempi le sue ultime speranze di gloria andavano sfumando, con il solo mondo intorno, imprevedibile e incerto, a cercare di mantenerlo vivo. Non abituato a lavori particolarmente duri, e per lunghi periodi non avendo lavorato affatto, rientrando a casa, almeno in quella fase non gli rimaneva il tempo per scrivere ancora. Avrebbe ripreso a tempo debito, si diceva leggendo la sera qualche riga da più libri impilati sul comodino. Lungo la sua stessa strada, c'era un tipo strano con il garage zeppo di libri, che ne comprava e ne vendeva di ogni tipo. I libri sono il portale per mondi sempre nuovi e le ali per andare, diceva ammirando gli scaffali del posto. Spendere da lui stava diventando una malattia anche perché, escluso il take-away, dove aveva trovato una stanza non c'era molto altro.
 Capitolo4 - Senza Titolo

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