Prima d'oggi, l'ultima volta che ho
scritto nel blog ancora vivevo a Torino.
A quei tempi lavavo i denti
saltuariamente, non avevo buttato giù nemmeno una riga di Entita
Sommerse e non sapevo cosa volesse dire lavorare. Non avevo orari e
quando mi girava invertivo il giorno con la notte, motivo per cui
ancora oggi mi piace di tanto in tanto andare a pescare al tramonto.
In quella grande città ci eravamo costruiti una via e la
percorrevamo compiaciuti e incoscenti ciascuno a suo modo, ciascuno
con il suo modo di essere. Abbiamo bevuto per dimenticare e per
festeggiare, viaggiato e dall'arte imparato il significato della
bellezza. Siamo scappati per staccare e rimasti per ascoltarci, per
abbastanza tempo per imparare a conoscerci.
Da quell'ultima volta che ho scritto
nel blog, il mondo è diventato più grande o forse il mio modo di
guardarlo è cambiato, mischiando ecceso a equilibro, prospettive a
ricordi. Cosi ho ricominciato di nuovo, ma questa volta non da zero,
d'altronde oltre alla sfera c'è anche l'inclinatura del piano a
determinare quel sali e scendi che è l'esistere.

0 commenti:
Posta un commento