Spingendosi nella psiche del mondo che ti circonda, impari, conquisti, dimentichi per poi ricordare, incanali energie, sviluppi follie, estremismi, immerso tra le note di un’ altra serata, tra le braccia di una nuova esperienza, alla ricerca di una verità che ti completi, cosciente che nell’assoluto perdi parte della tua identità, ma consapevole delle possibilità, una nota, una voce, un silenzio, una sensazione, un attimo, che conquista la tua percezione dell’essere facendoti dimenticare la forma che ti caratterizza.. [..Di respirare la stessa aria di un secondino non mi va, perciò ho deciso di rinunciare alla mia ora di libertà..], Un’ ora rimane un’ora finché non si polverizza in migliaia di secondi percepiti singolarmente, finché il tuo ego continua a scacciarti dentro le scarpe che porti, finché si è [..Cosi coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni..]. La coscienza comune che nasce dalla percezione dell’altro come parte del tuo mondo, la coscienza che anche se [..Nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri, senza le barricate, senza feriti senza granate ,se avete preso per buone le verità della televisione, anche se allora vi siete assolti siete lo stesso coinvolti..], la consapevolezza che il bene non è tale se non è comune, dovrebbero spegnere il grido dei cori legati ai colori, bandiere, isterismi di superiorità, dovrebbero legar alla salvaguardia di quel mondo che ti viene monopolizzato, dovrebbero per lo meno far smettere di raccontarsi barzellette spacciandole per verità..
Citazioni da:
Fabrizio De André – Nella mia ora di libertà (Storia di un impiegato – 1973)
Fabrizio De André – Canzone del maggio (Storia di un impiegato – 1973)
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