Uno, due, tre, quattro.. Sono quattro le lampade variopinte e multiformi poste qui e lì in questa mia stanza, ed eppure inevitabilmente c'è quando in essa si fa buoi..
Quand'ero più piccolo mi nascondevo sotto le coperte, era lì che trovavo riparo, che tendevo l'orecchio per ascoltare ogni piccolo rumore, che nei momenti successivi allo spegnersi delle luci trovavo il coraggio per affrontare la notte.. Avevo paura ed eppure avrei potuto compiere qualsiasi impresa protetto dal mio giaciglio soffice di lenzuola.
Ho trascorso almeno otto anni della mia esistenza al buio, in parte dormendo, in parte cercando di farlo, ed eppure continuo a stupirmi come non riesca ancora ad accogliere con naturalezza l'aternarsi del dì e della notte: spengni la luce, accendi la luce, spegni la luce.. E mi ritrovo così ancora una volta a chiedermi come voi facciate ad accettare questa vista bianco e nero, una volta conosciuta l'armonia dei colori..
E' che non riesco ancora ad abbituarmi..
Dovrei smetterla di guardare lì dove la mia vista non può arrivare, di tendere il mio orecchio in questa notte silenziosa, di porre il mio occhio in ciò che non può essere visto.. Dovrei..
E comunque, fra non molto sarà nuovamente mattina.
Un post che mi ha suggerito spunti di riflessione (sono seria...).Salutami i grigiori torinesi, mi mancano!
RispondiEliminaMiryam
Contattandoli, bhe si sono qui, i grigiori ricambiano il saluto..
RispondiEliminaTi aspettano.. Magari torni.. :)