
E' sempre la vicenda di quel bicchiere, inutile pensarci sù, tutto sta nel vederlo mezzo pieno o mezzo vuoto, o più semplicemente non considerarne l'esistenza riponendolo sull'uscio della coscienza; con il tempo si potrebbe pure trovare una qualche piantina inaspettatamente cresciuta dentro di esso..
E' come giocare a scacchi, la torre và dritta, l'alfiere piano, la regina dove vuole; Capite le regole, banale risulta cimentarsi.. Si vince e si perde.. In verità si perde sempre confrontandosi con chi riesce a vedere oltre, con chi ancor prima di muovere una pedina valuta il valore della mossa in relazione alle possibili contromosse dell'avversario..
E' sempre differente il percorso del viandante, nuove le emozioni, variopinti i sentimenti, talvolta incomprensibili i pensieri, ed eppure sempre uguale rimango, non cambio, non muto, non mi evolvo..
E così è come se rivedessi sempre la stessa opera teatrale, ammirate le luci, incantato dalle musiche, percepita l'eccellenza del prologo, inoltrato nella trama con entusiasmo, scena dopo scena smarrisco ogni interesse, annullando con dubbi e apatie ogni speranza, ogni desiderio, ogni ambizione.. Per non vedere mai l'epilogo..
E così una, due, tre volte, ieri, sei mesi fa, un anno fa..
Chissà forse è per via di quel bicchiere, che ininterrottamente continuo ad osservare, pieno inevitabilmente sempre a metà e che invece vorrei vedere colmo, o quantomeno sempre mezzo pieno, o chissà forse è per la mia capacità di vedere oltre, di proiettarmi in quello che sarà, che vorrei che fosse sempre consono alle mie mosse.. Forse è per questo che non arrivo mai all'epilogo, è per questo che mi ritrovo a vedere sempre questa cazzo di stessa opera teatrale, chissà forse è per questo che così scelta dopo scelta mando più o meno volutamente sempre tutto a puttane..
..Eppure ho paura che la verità sia un'altra, fors'anche difficile da accettare, e che nasce da alcune semplici constatazioni.. Non è per quello che vedo, nè per ciò che sento, non sono gli attori, nè il loro modo di recitare, a spingermi a questo mio continuo abdicare, lasciare, abbandonare..
Per affrontare le cose della vita ci vogliono le palle!! ..
[...]eppure sempre uguale rimango, non cambio, non muto, non mi evolvo
RispondiEliminaè vero,nella vita ci vogliono le palle,ma ci sono attimi in cui rovistando dentro se stessi si sente di non averle.Si sente di non aver la forza di non affrontare più nemmeno una mosca che vola nella tua stanza e ti da fastidio.Immagina cambiare se stessi!
Non è che uno si alza la mattina è dice "oggi cambio il mio essere",oppure "da oggi mi metto a studiare,credero più in me,.."e così via dicendo fino a mettere in discussione tutta la tua vita.Ed è prorpio in qsti momenti che pur cercando quelle famose "palle" non te le trovi...ed allora ti rendi conto di farti schifo ed anzichè andare avanti con entusiasmo,con obbiettivi e voglia di fare,ti ritrovi ad andare indietro o a chiuderti semplicemente su te stesso con la fatidica frase "non ce la faccio!".
Non esiste un modo per avere le palle quando fisiologicamente non le possiedi e non ti è dato trovarle quando la tua ricerca è solo una presa per il culo nei confronti di te stess.Per mettere a tacere la tua coscienza..Ed è prorpio perchè non esiste un modo che spesso mi alzo la mattina senza entusiasmo ma solo sperando che la giornata finisca presto ed attuando una routine che mi devasta!è prorpio perchè non esiste un punto di partenza che mi ritrovo semplicemente scoraggiata senza sapere come fare.La verità è davvero un'altra,ma non si può inglobarla in una frase od un pensiero.E non solo perchè la mia verità è potenzialmente diversa dalla tua.rachele
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[...]è proprio perchè non esiste un punto di partenza che mi ritrovo semplicemente scoraggiata senza sapere come fare..
RispondiEliminaNon esiste un punto di partenza, perchè non esiste un punto di arrivo, come non corcordare.. Ma forse esiste comunque un percorso, fatto di molteplici tappe, che spesso non ci portano a nulla se non a una lenta presa di coscienza di quello che siamo noi uomini, infondo esseri di passaggio..
Quante volte, tante, alzandomi al mattino, mi ritrovo smarrito voltandomi dietro e non trovando più quanto prima di chiudere gli occhi avevo lasciato, mi pare che nulla di quanto avevo con sacrificio creato rimane, non un segno, non una persona, non un pensiero.. e quante volte, non dormo la sera, constatando quanto tanto sia pessima rispetto alle mie aspettative la mia esistenza..
Ed eppure si va avanti, imparando a convivere con le nostre iperfezioni.. Forse l'uomo con le palle è quello che nonostante tutto non ha paura di avventurarsi nel tortuoso cammino della vita, pieno di incertezze ma cmq capace di donarci un sorriso anche quando pensiamo di averlo per sempre perso..
Sorridi.
Non vorrei essere..mmm inopportuna e..nzuttusa..ma, Ra, ti sembra poco il fatto di alzarti la mattina e sentire che ci sei?che nonostante tutto sei qui,sei viva?magari non come tu desideravi ma sei in ballo?
RispondiEliminaBalla.
Non ci vuole necessariamente un motivo, penso, per vivere, o meglio non ci vuole necessariamente un motivo"importante per la collettività" (se così riesco a rendere l'idea delle minkiate che vorrei esprimere!).
Le palle potrebbero anche essere quelle che ti fanno prendere coscienza del tuo stato, e ringrazia il cielo o chi per lui, che riesci a capire, o comq a percepire il tuo malessere, c'è gente che non si soffermerà mai a pensare..non penso sia una cosa positiva..
Per chiudere, anche perchè mi sa che non sono riuscita ad esprimermi..(come sempre!)non puoi decidere di cambiare il tuo essere, la tua vita, te, un giorno.Ci provi,cominci dalle cose più apparentemente banali,stupide..i minkiati va!se ti guardi intorno qualcuno che vuole accompagnarti c'è.
Grazia